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Pazzi™ Bariseli!, Angelina
Angelina Bariselli
zioni femminili. Fu consigliere comunale e candidata del P.C.I. alle elezioni politiche. « Mamma Bariselli » rimase, per lunghi anni, tra le figure più emblematiche dell'antifascismo omegnese.
Pearl Harbour
Base navale statunitense nell’isola di Oahu, dislocata presso il possedimento omonimo nelle Hawaii, fu proditoriamente attaccata dai giapponesi il 7.12.1941, ancora prima della dichiarazione di guerra del Giappone agli U.S.A..
L’incursione, comandata dall’ammiraglio Yamamoto, portò praticamente alla distruzione della flotta americana del Pacifico, in quanto due sole portaerei (la Enterprise e la Lexington) ne uscirono indenni. Dopo l’attacco subito a Pearl Harbour, trascorse molto tempo prima che gli U.S.A. fossero in grado di contrastare efficacemente la marina da guerra giapponese.
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[...]ale statunitense nell’isola di Oahu, dislocata presso il possedimento omonimo nelle Hawaii, fu proditoriamente attaccata dai giapponesi il 7.12.1941, ancora prima della dichiarazione di guerra del Giappone agli U.S.A..
L’incursione, comandata dall’ammiraglio Yamamoto, portò praticamente alla distruzione della flotta americana del Pacifico, in quanto due sole portaerei (la Enterprise e la Lexington) ne uscirono indenni. Dopo l’attacco subito a Pearl Harbour, trascorse molto tempo prima che gli U.S.A. fossero in grado di contrastare efficacemente la marina da guerra giapponese.
La guerra nel Pacifico
Prima dell’attacco a Pearl Harbour il Giappone possedeva la terza flotta del mondo, dopo quella britannica e statunitense. Segnava una modesta superiorità quantitativa rispetto a quella americana, ma era da considerare in parte al limite della permanenza, in quanto tutte le corazzate erano state progettate durante la Prima guerra mondiale. Nell’attacco contro Pearl Harbour i giapponesi impiegarono tutte le
6 portaerei di squadra che avevano: alla Zuiho, che appoggiava l'offensiva dal lato meridionale, unirono due delle portaerei minori, la Ryuyo e la Hosho. L’ammiraglio Yamamoto contava sul fatto che, con una
tale forza navale e con il massiccio appoggio dell’aeronautica, il Giappone avrebbe riportato un successo iniziale decisivo, perché in tempi lunghi il potenziale industriale giapponese non avrebbe potuto competere con quello americano. Inoltre il Giappone non disponeva di naviglio medio e leggero per controllare uno scacchiere operativo vasto quanto [...]
[...]te deteriorandosi anche perché, per proteggere i convogli di rifornimenti diretti alla Gran Bretagna, gli U.S.A. dovevano ormai combattere una guerra non dichiarata contro i sommergibili tedeschi. Un tentativo effettuato nel settembre 1941 dal primo ministro giapponese, principe Konoye, per risolvere i contrasti esistenti tra i due Paesi mediante un incontro personale con Roosevelt (mentre la marina giapponese stava già preparandosi ad attaccare Pearl Harbour) fallì. In ottobre l’aggressivo generale Tojo, subentrato a Konoye, avviò una serie di contatti diplomatici per mascherare l’operazione che sarebbe scattata ove, come già largamente previsto, le trattative fossero risultate infruttuose.
Per converso, malgrado fosse avvertito circa la necessità di prepararsi a un attacco di sorpresa, il governo americano volle attenersi al Iegalitarismo, rifiutandosi di prendere l’iniziativa del primo colpo. All’inizio di dicembre il servizio di informazioni americano rilevò che gli uffici diplomatici e consolari nipponici negli U.S.A. avevano ricevuto ordi[...]
[...]e ingannò gli americani fu l’avvistamento, in data 6 dicembre, di convogli giapponesi carichi di truppe in navigazione nel Golfo del Siam. Ciò li indusse a credere che i giapponesi stessero conducendo un'operazione anfibia in quella zona, impiegando la quasi totalità delle loro portaerei. Intanto, da alcune migliaia di miglia a nordovest delle Hawaii, le portaerei giapponesi erano riuscite ad avanzare non viste verso una zona convenuta a nord di Pearl Harbour, giungendovi la sera del 6 dicembre.
L’attacco
Il 7 dicembre, alle 3 (ora di Washington), gli americani decrittarono un messaggio giapponese in cifra contenente la decisione di rompe
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